Per accedere a questo servizio devi essere registrato su Zam. Effettua il login,
oppure registrati. La registrazione e tutti i servizi sono completamente gratuiti.
Per accedere a questo servizio devi essere registrato su Zam. Effettua il login,
oppure registrati. La registrazione e tutti i servizi sono completamente gratuiti.
Vuoi essere avvisato quando il programma verrà ritrasmesso?
Per accedere a questo servizio devi essere registrato su Zam. Effettua il login,
oppure registrati. La registrazione e tutti i servizi sono completamente gratuiti.
La nascita e la morte furono gli unici eventi della sua vita. Eppure Napoleone II, era figlio di Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi e nipote di Francesco II° che fu l'ultimo Asburgo incoronato nel nome del Sacro Impero Romano. Ma Napoleone II, re di Roma, morto a soli 21 anni, non lasciò nessun segno nella storia. Chi fu veramente? Un interrogativo cui cerca di rispondere il documentario "Napoleone II° - Il grande zero" in prima visione su Rai Storia. Il racconto inizia con un flashback: è il 15 dicembre 1940 e per volontà di Hitler, che ha invaso e occupato la Francia, la salma di Napoleone II° rientra a Parigi e viene posta agli "Invalides" accanto alla tomba del padre, esattamente un secolo dopo la sua sepoltura. Alla Francia e ai francesi però interessa poco quella salma, e Napoleone II continua a essere una figura espulsa dalla storia e dimenticata. Concepito da Bonaparte per la necessità di avere un erede a cui lasciare il trono e l'Impero, Napoleone lascia Giuseppina e sposa Maria Luisa, primogenita di Francesco II, e decide di avere da lei l'erede, pensando così di pacificarsi definitivamente con gli Asburgo. Il bimbo avrebbe dovuto solo allungare le braccia per afferrare un'Europa conquistata per lui. La storia non andò così. E' un racconto doloroso di un bambino che avrebbe potuto avere tutto, ma non ebbe mai le uniche due cose di cui aveva veramente bisogno: un padre, Napoleone Bonaparte, assente perché in esilio, e una madre, Maria Luisa d'Austria, troppo assetata di potere. Qualche tempo prima di morire, l'Aiglon, preso dallo sconforto, dalla consapevolezza della sua inutilità, della mancanza di senso di ogni cosa, dirà di se stesso: «Fra la mia culla e la mia tomba, c'è un grande zero».
Di Cristoforo Gorno e Alessandra Necci. Con la partecipazione di Giorgio Taschini. Regia Graziano Conversano. Produttore esecutivo Sara Mariani v.pag.526 TLV