Descrizione: Regia di Oscar Micheaux. Con Paul Robeson, Mercedes Gilbert, Lawrence Chenault, Julia Theresa Russell, Marshall Rodgers, Chester A. Alexander, Walter Cornick, Madame Robinson, Lillian Johnson, Tom Fletcher Muto, produzione USA, 1925. Durata 104 minuti circa. Body and Soul è un film radicale, sia artisticamente che politicamente.Il produttore, regista e scrittore Oscar Micheaux vi fece fare il debutto cinematografico a Paul Robeson, emergente star nera del palcoscenico, cui offrì un compenso di 100 dollari la settimana, più una percentuale sugli incassi dopo che il film avesse superato - e non la superò - la soglia dei 40.000 dollari. Il film rappresentò uno dei punti più alti nella carriera di entrambi gli artisti. Micheaux seppe sfruttare al meglio il talento di Robeson, il quale ebbe modo di dare un saggio della propria versatilità interpretando due fratelli gemelli - il reverendo Isiaah Jenkins, un evaso che si fa passare per un ministro del culto, e Sylvester, aspirante inventore. I doppi ruoli, molto più comuni all'epoca del muto di quanto non lo siano oggi, davano agli attori la possibilità di fare sfoggio di tutta la loro gamma espressiva - nel 1920, ad esempio, John Barrymore, aveva già interpretato per la Paramount il Dr. Jekill e Mr. Hyde. In Body and Soul, Robeson si pone un compito analogo: diversi in tutto, i due fratelli subiscono però il fascino della stessa donna, Isabelle - che il pastore violenta e deruba e che l'inventore, invece, sposa. La romantica eroina del film è interpretata da Julia Theresa Russell, una reginetta di bellezza, qui al suo esordio sullo schermo. La Isabella di Julia Russell e il suo make-up (all'epoca di pertinenza degli attori) sono tra gli elementi meno felici del film. (Il trucco della Russell in particolare è davvero fastidioso, anche se, in una copia "luminosa" del film che mi è capitato di vedere tempo addietro, il pesante cerone scompariva e, in definitiva, anche la performance dell'attrice ne guadagnava.) Micheaux è stato un eccellente "scopritore" di attrici (Evelyn Preer e Shingzie Howard, ad esempio) e, in generale, sapeva ottenere prestazioni convincenti anche dai non professionisti. Per bilanciare l'inesperienza dei debuttanti, Micheaux affiancò loro due veterani del calibro di Lawrence Chenault (Curly Hinds) e Mercedes Gilbert (Martha Jane, la madre di Isabelle). Chenault, un beniamino del palcoscenico e dello schermo, aveva già interpretato per Micheaux il malvagio Driscoll di The Symbol of the Unconquered (1920). Mercedes Gilbert, qui al suo debutto nel cinema, avrebbe poi proseguito la sua brillante carriera a teatro - fu, tra l'altro, la protagonista, per quasi l'intera tenitura a Broadway, di Mulatto, il dramma di Langston Hughes meso in scena nel 1936. L'attrice diresse anche la Colored Actors and Performers Association, che vantava 700 iscritti. Oscar Micheaux (1885-1951), fino ad oggi il più prolifico regista afroamericano di lungometraggi, era cresciuto in una fattoria dell'Illinois. Dopo aver fatto l'inserviente nelle carrozze letto e l'agricoltore nel Sud Dakota, nel 1913 aveva pubblicato il suo primo romanzo autobiografico, The Conquest. Subito dopo la prima guerra mondiale, passò al cinema dirigendo The Homesteader (1919), che era l'adattamento per lo schermo dell'omonimo romanzo da lui appena scritto. Nel trentennio successivo, Micheaux produsse e diresse una serie di film a basso costo, destinati al pubblico delle sale che praticavano la segregazione razziale. All'epoca della realizzazione di Body and Soul, Micheaux era il più famoso cineasta americano di colore, con una produzione che affrontava questioni controverse, ma di centrale interesse per la comunità afroamericana. L'attacco che il tanto acclamato The Symbol of the Unconquered (1920) sferra contro il rinascente Ku Kux Klan non era soltanto una risposta all'infamante The Birth of a Nation di D. W. Griffith (1915), ma rifletteva anche le opinioni e le preoccupazioni espresse sulla stampa della comunità di colore che dava grande rilievo alle attività del Klan. I film di Micheaux erano spesso delle creative rivisitazioni di lavori già noti, che qualche volta riprendeva direttamente - come avvenne, ad esempio, con The House Behind the Cedars (1925) tratto dal romanzo omonimo di Charles Chesnutt del 1900 - e altre volte in modo più trasversale. Solo due dei film muti di Micheaux sono sopravvissuti in forma quasi completa - Body and Soul e Within Our Gates (1920), recentemente restaurato.La complessa e radicalmente innovativa struttura narrativa di questi due film, con l'uso ricorrente di scene oniriche e flashback, li aveva resi particolarmente ostici ai critici. La visione di Within Our Gates ci fa capire quanto sia fuorviante leggere Body and Soul secondo i canoni tradizionali del realismo. Simili interpretazioni avevano indotto gli studiosi a ipotizzare pesanti interventi censori sul film, lasciando intendere che le copie rimaste di Body and Soul sarebbero state solo delle versioni incoerenti e mutilate di un capolavoro andato irrimediabilmente perduto. È pur vero che qualche breve segmento del film è tuttora mancante, ma ciò non ne intacca la coerenza complessiva. Che Micheaux fosse uno dei cineasti più innovativi e sofisticati sul piano formale e figurativo di tutta l'epoca del muto non è mai stato adeguatamente riconosciuto da una critica che tentava di analizzare il film sulla base dei parametri narrativi hollywoodiani che Body and Soul, ovviamente, sovvertiva. In effetti, il drastico riassetto delle componenti spazio-temporali operato da Micheaux nei due film appena citati assume anche un'importante valenza politica: in Within Our Gates (1920), la verità può essere soppressa solo a carissimo prezzo e comunque riesce imprevedibilmente a riemergere; in Body and Soul, Micheaux esorta i cittadini afroamericani a "svegliarsi" - cosa che Martha Jane riesce a fare solo alla fine del film, raccogliendo quasi l'invito degli spettatori che, secondo la pratica dell'"invocazione e risposta", le gridano di aprire gli occhi e accorgersi finalmente di quello che a loro è ormai chiaro da un pezzo. Body and Soul è un testo antirealistico anche da un altro punto di vista. Il film contiene infatti una vis polemica nei confronti di tre opere teatrali scritte da autori bianchi, tutte e tre allestite a New York nel 1924e interpretate da Paul Robeson. Come segnala Hazel Carby, uno degli elementi della trama di Body and Soul è riferibile alla pièce Roseanne di Nan Bagby Stephens, dove Robeson faceva la parte di un predicatore corrotto che ottiene il perdono e si redime grazie all'intervento di una donna della sua congregazione. Ma il film presenta anche delle evidenti analogie con due drammi a tematica razziale di Eugene O'Neill, The Emperor Jones e All God's Chillun' Got Wings, dei quali sempre Robeson era stato protagonista, a settimane alterne, con i Provincetown Players del Greenwich Village. Confrontandosi con queste opere, Micheaux rinuncia a ogni pretesa di verosimiglianza e coerenza narrativa. Nella trama di Body and Soul elementi di Roseanne si mescolano ad altri mutuati da The Emperor Jones. Come Brutus Jones, anche il reverendo Isiaah Jenkins, è un evaso che, assunta un'identità mistico/religiosa, riesce a diventare il capo di una comunità di colore, che egli sfrutta fino a che i suoi membri si ribellano contro di lui e gli danno la caccia quando tenta la fuga. Al contrario del pastore di Roseanne, il reverendo Jenkins non si ravvede affatto. La trama secondaria del film riguarda l'affermazione professionale di Sylvester (Robeson) e opera un consapevole capovolgimento del legame distruttivo descritto da O'Neill in All God's Chillun' Got Wings. Quasi tutte le riprese di Body and Soul vennero girate nella zona di New York nel novembre del 1924, ma il film venne distribuito soltanto verso la fine dell'anno successivo. È l'unico film muto di Micheaux di cui siano sopravvissute le didascalie originali in inglese. Seppure con qualche lacuna (la protagonista femminile, ad esempio, non è introdotta in modo adeguato), Body and Soul è pressoché completo, di certo molto più completo di quanto non lo siano Within Our Gates (1920) o The Symbol of the Unconquered (1920). - CM