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Puntata del 24 novembre 2024 «Un esempio ineguagliabile di sincerità e genuinità che - evitando le mode o i consigli altrui - ha proceduto senza freni nella ricerca della bellezza». Con queste parole il celebre compositore e teorico francese Charles Koechlin descriveva nel 1921 il collega Gabriel Fauré, all'epoca 76enne. Fauré sarebbe morto tre anni più tardi, e lo scorso 4 novembre si sono infatti celebrati i cent'anni dalla sua scomparsa. Per questo Paganini ha scelto di dedicare - domenica 24 novembre dalle 10.30 su RSI LA1 - una puntata monografica in suo omaggio. Fauré cominciò all'età di sedici anni - cioè relativamente tardi - a studiare musica, ma fu protagonista di una carriera graduale e sempre in ascesa, fino a raggiungere ruoli di assoluto prestigio su scala nazionale, come la direzione del Conservatorio di Parigi. Le sue composizioni - caratterizzate da raffinatezza armonica e da purezza melodica - hanno attraversato le più varie forme e organici musicali. Tra le sue opere più riuscite, è inevitabile citare il Requiem in re minore, proposto nell'interpretazione di Paavo Järvi con l'Orchestre de Paris. Un aspetto poco noto - nella biografia di Fauré, che fu un musicista sostanzialmente e fieramente parigino - è il fatto che per diverse estati, tra il 1909 e il 1913, trascorse le proprie villeggiature a Lugano. Nel 2021 il festival La via lattea ha tematizzato proprio questa presenza, e il regista Fabio De Luca ne ha ricavato il documentario Gabriel Fauré - Le estati luganesi. Un'atmosfera come quella luganese - lacustre o perlomeno acquatica - attraversa una delle serie pianistiche più fortunate di Gabriel Fauré, ovvero le barcarole. E proprio il pianoforte - malgrado in origine fosse egli stesso piuttosto un organista - è uno degli strumenti cui Gabriel Fauré ha dedicato più opere, composizioni che hanno presto guadagnato un notevole successo. Qualche esempio? Basta ammirare il recital tenuto da Lucas Debargue presso la Gulbenkian Foundation di Lisbona nell'autunno 2021.