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Stagione: 2022/23. Mario Missiroli. Elogio dell'incoerenza Giornalista, saggista, intellettuale, Mario Missiroli, classe 1886, si avvicina al mondo del giornalismo fin da giovanissimo, tanto da meritarsi negli ambienti bolognesi, la sua città di origine, il soprannome di enfant prodige. È lui il protagonista di questa puntata di "Passato e presente". In studio con Paolo Mieli il professor Francesco Perfetti. A soli 33 anni, nel 1919, Missiroli diventa direttore del Resto del Carlino; è il primo dei quattro quotidiani che dirigerà nel corso della sua lunga carriera. Negli anni Venti, attraverso i suoi articoli, si oppone all'ascesa del movimento fascista arrivando nel 1922 persino a ingaggiare un duello a spada col futuro duce Benito Mussolini. Nel 1925, però, con sorprendente trasformismo cambia rotta e inizia a strizzare l'occhio al regime con il quale collabora fino all'armistizio del 1943. Nel dopoguerra Missiroli diventa prima direttore del Messaggero e poi, a partire dal 1952, assume la direzione del Corriere della Sera, di cui rimane direttore fino al 1961.
14:20
Ch: 54
Venerdì 29/11/2024
(35m)
Stagione: 2022/23. Mario Missiroli. Elogio dell'incoerenza Giornalista, saggista, intellettuale, Mario Missiroli, classe 1886, si avvicina al mondo del giornalismo fin da giovanissimo, tanto da meritarsi negli ambienti bolognesi, la sua città di origine, il soprannome di enfant prodige. È lui il protagonista di questa puntata di "Passato e presente". In studio con Paolo Mieli il professor Francesco Perfetti. A soli 33 anni, nel 1919, Missiroli diventa direttore del Resto del Carlino; è il primo dei quattro quotidiani che dirigerà nel corso della sua lunga carriera. Negli anni Venti, attraverso i suoi articoli, si oppone all'ascesa del movimento fascista arrivando nel 1922 persino a ingaggiare un duello a spada col futuro duce Benito Mussolini. Nel 1925, però, con sorprendente trasformismo cambia rotta e inizia a strizzare l'occhio al regime con il quale collabora fino all'armistizio del 1943. Nel dopoguerra Missiroli diventa prima direttore del Messaggero e poi, a partire dal 1952, assume la direzione del Corriere della Sera, di cui rimane direttore fino al 1961.