È notte quando al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma arriva un gruppo di ufficiali tedeschi con l'ordine di caricare attrezzature cinematografiche e film su due treni. Siamo nel 1943, l'Italia è divisa dalla guerra e il regime intende ricostruire il cinema italiano nella neonata Repubblica di Salò. I convogli partono dalla Capitale diretti a Venezia, ma nella città lagunare non arriveranno mai, sparendo nel nulla. Un convoglio viene intercettato tempo dopo a Praga: i fascisti riescono a recuperare parte del materiale con cui nel 1944 inaugurano presso i Giardini della Biennale il Cinevillaggio (mentre la Scalera Film allestisce gli studi di posa nell'isola della Giudecca), ma il treno carico di pellicole non verrà mai ritrovato. Tantissimi film italiani, molti dei quali in copia unica, scompaiono. Tra questi Sperduti nel buio, un film muto del 1914 ritenuto il precursore del Neorealismo italiano. Da Venezia parte l'indagine di Denis Lotti, ricercatore universitario che nel film documentario si mette sulle tracce delle pellicole scomparse. Italia, Germania, Austria, Russia: un viaggio lungo gli stessi binari che 70 anni fa fecero sparire nel nulla 312 film. Una ricerca minuziosa negli intricati archivi delle cineteche di mezza Europa, nel tentativo di restituire al cinema italiano uno dei suoi film più importanti, nascosto tra le pagine di una storia ancora poco conosciuta.
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