Descrizione: produzione Svezia, Germania, Francia, Danimarca, Norvegia, 2006. Durata 94 minuti circa. In un'anonima città svedese s'intrecciano storie di vite umane alle prese con solitudini e inquietudini, ferocemente ingabbiate in scarse soddisfazioni e mancanze di prospettive future. E allora, in un'atmosfera costantemente rarefatta dalla nebbia densa e dal grigiore metropolitano, si muovono figure diafane, che naufragano all'interno della loro anima incerti su dove andare, cosa fare e perché: c'è la giovane maestra che litiga per motivi futili con il marito, c'è la ragazzina follemente innamorata di un giovane musicista, c'è una donna che sfoga sul compagno e nel bere le sue frustrazioni. Ognuno di loro cerca però di rimanere a galla, di reagire con la musica e con l'autoironia, facendosi quasi caricatura di se stesso e delle sue problematiche esistenziali. Non ha una vera e propria trama questa prima prova cinematografica nel lungometraggio di Roy Andersson: è un'opera che ha il sapore del teatro con gli attori che parlano guardando in macchina e rivolgendosi direttamente allo spettatore, pesantemente truccati, con il viso che diventa una maschera bianca. Una staticità spesso surreale, accompagnata da uno schema fotografico monocromatico che oscilla tra il verde e l'azzurro, circonda ogni minimo e lento muoversi dei personaggi che, quasi sempre ripresi in asettici interni, vomitano le loro ansie e il loro male di vivere. A fare da sfondo culturale e ideologico un certo gusto dell'assurdo (il pensiero a Samuel Beckett arriva sovente) e del burlesque, che donano alla pellicola una leggerezza cupa e a tratti clownesca, accompagnate dai timbri degli ottoni e dalle sonorità che ricordano il miglior jazz di New Orleans. In una continua alternanza tra scene reali e sequenze oniriche, tutte comunque finalizzate a una profonda semplicità visiva, il film si dipana lentamente perdendo con il passare dei minuti la forza nuova e fresca dell'inizio: sembra non esserci evoluzione, nessun climax che porti il film a una crescita che invece ci si dovrebbe aspettare. Candidata all'Oscar 2007 come miglior film straniero, questa opera cinematografica ha certamente il gusto della spontaneità e dell'innovazione, ma ha l'amaro retrogusto dell'occasione un po' mancata.
Cast: 'Regia di Roy Andersson. Con Jessica Lundberg, Elisabeth Helander, Björn Englund, Ollie Olson, Kemal Sener, Håkan Angser'