Nel 1° servizio intitolato Il paradiso può aspettare, siamo a Singapore, Dubai, Svizzera, Hong Kong: ci sono zone del globo che attraggono i capitali più di altre. Sono le fondamentali piazze finanziarie mondiali. In che maniera e poiché si muove la ricchezza che produciamo? Report, per merito della collaborazione con il Consorzio internazionale della stampa investigativa ICIJ, torna a scavare tra i documenti fuoriusciti dalle investigazioni con gli scandali Panama Papers e Paradise Papers, per seguire i flussi che segue il denaro quando escono dal nostro paese. Il 30 per cento della fortuna prodotta in Europa è posseduta da società off-shore. Quando i soldi rimbalzano tra l'Europa e i paradisi fiscali chi è in possesso di una fortuna impoverisce tutti gli altri e occulta l'origine del soldi: a quel punto se è lapalissiano chi ci perde diventa sempre più meno facile capire chi guadagna.
La seconda inchiesta si intitola Romanzo litorale, e ha per personaggio principale il mare italiano, tenuto in ostaggio da un ristretto numero di famiglie che, senza alcun bando pubblico, è gestore delle principali spiagge di Ostia. Nell'ultimo ventennio hanno cementificato l’intero lungomare, costruendo piscine, ristoranti, bar e cabine in cemento armato a pochi metri dalla battigia. Per merito della complicità di politici e tecnici comunali corrotti si sono appropriati di interi kilometri di spiaggia senza averne alcun diritto. Hanno creato un apparato di distruzione del territorio e di strapotere, che è stato sostenuto da tutte le giunte capitoline degli ultimi vent’anni: da quelle di centrosx a quelle di centrodestra. Tuttavia, a Ostia, il focus attentivo di media e magistratura fino ad ora si è addensata solo sui clan mafiosi e le associazioni delinquenti. Report punterà le luci della ribalta sulla parte che è rimasta fino ad ora in ombra, ma che in verità è la più ricca e la più potente sul litorale romano.
Approda il DVB-T2, il digitale terrestre di 2° generazione. Tra il 2020 e il 2022 avverrà il passaggio al nuovo apparato e tutti, emittenti televisive e grande pubblico, dovremo adeguarci. Per guardare la tv dovremo adattarla con un decoder oppure comprarne uno nuovo. Ma perchè dobbiamo sobbarcarci tutto questo cambiamento? La scelta è europea e in ballo ci sono 2,5 miliardi di euro che lo Stato conta di incassare dalle gare per le nuove frequenze. Gli operatori di rete televisivi dovranno d'altro canto stringersi nelle frequenze che rimangono, nel tentativo di un accordo che garantisca lo spazio per tutte le emittenti.